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Ritratti giallorossi il pendolino Cafù

Marcos Evangelista de Moreas, da tutti conosciuto come Cafù, nasce a San Paolo nel 1970. All'età di sette anni inizia a solcare i campi da calcio con le giovanili del Nacional, poi del Portuguesa e del Itaquaquecetuba. Proprio in questa squadra viene soprannominato per la prima volta Cafù, perché la sua velocità ricorda quella del giocatore Cafuringa. Nel 1988 arriva nelle giovanili del San Paolo e dall'anno successivo gioca con il San Paolo nella serie A brasiliana e con esso vince lo scudetto, due coppe libertadores e una coppa intercontinentale. Nel 1995 arriva al Real Saragozza e anche qui vince un trofeo: la coppa delle coppe. Successivamente, dopo una breve parentesi al Juventude, approda al Palmeiras, ma viene poi acquistato nel 1997 dalla Roma. Nella capitale vince lo scudetto e la supercoppa italiana nel 2001 e riceve dallo speaker Carlo Zampa il soprannome di "Pendolino" per le sue cavalcate lungo la fascia destra che danno dinamicità al gioco giallorosso e mettono in difficoltà gli avversari. È una colonna portante della Roma di Capello e guida la squadra alla vittoria con dedizione e onore. Nel 2003 approda al Milan con cui vince altri trofei, tra cui la Champions e il mondiale per club,  arricchendo il suo palmarès. Nel 2008 decide di lasciare il Milan e lo fa scrivendo una lettera ai propri tifosi. Rimasto nel cuore della tifoseria giallorossa, come di quelli rossonera, è stato inserito nella Hall of Fame di entrambe le squadre. Cafù gioca anche nella nazionale brasiliana per ben 16 anni, fino a quando non decide di rinunciare alla maglia verdeoro nel 2006. Quando lascia la Seleção ha raggiunto il record di presenze e ha vinto ben due mondiali. Un giocatore straordinario, non solo per il suo indiscutibile talento e per le sue doti tecniche, ma anche e soprattutto per la grinta e il suo grande attaccamento e amore per la maglia. Un idolo per migliaia di tifosi giallorossi, che ancora, a distanza di più di dodici anni, non possono dimenticare le gesta del pendolino Cafù


a cura di @Giallorossa2310