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Ritratti di Basket: Arvydas Sabonis (Il Principe del Baltico)

Arvydas Sabonis nasce il 19 dicembre 1964 a Kaunas (odierna città della Lituania ma appartenente all’epoca al regime sovietico dell’URSS; 221 cm 132 kg ruolo di Centro). Cestisticamente muove i suoi primi passi nella città natale (a soli 15 anni faceva già parte della squadra juniores nazionale della sopracitata Unione Sovietica) debuttando con il glorioso Zalgiris Kaunas (il ragazzo prodigio ha contribuito potentemente a rendere il proprio club leggendario) con il quale conquista consecutivamente tre titoli sovietici (1985-86-87). Nella stagione 1985-86 “Sabas” (come viene affettuosamente soprannominato dai suoi entusiasti sostenitori) raggiunge con lo Zalgiris la Finale di Coppa Campioni, nella quale affronterà (uscendone però sconfitto il 3 aprile 1986 per 94-82) la temutissima Cibona Zagabria dello sconfinato e diabolico talento Drazen Petrovic. Poco dopo la suddetta finale, Sabonis subisce un gravissimo infortunio al tendine d’Achille. Nel giugno 1985, nel Draft Nba, viene scelto al quarto giro (con il numero 77)  dagli Atlanta Hawks tuttavia, non avendo ancora compiuto 21 anni (come il ferreo regolamento statunitense richiedeva), la predetta scelta viene invalidata. Dichiaratosi eleggibile per il Draft d’oltreoceano, viene selezionato (con la scelta numero 24) dalla franchigia dell’Oregon dei Portland Trail Blazers ma l’Unione Sovietica vieta al suo fulgido campione di giocare negli Stati Uniti, cosicché il tanto atteso suo debutto nella luccicante Nba viene posticipato. Sabonis, centro titolare e inamovibile dell’Unione Sovietica alle Olimpiadi di Seul del 1988, affronta in semifinale la nazionale degli USA (partita che travalica lo spirito squisitamente sportivo e, in piena Guerra Fredda, si carica di potente valenza politico-propagandista) sconfiggendola per 82-76. Sebbene l’indiscusso mattatore della storica partita (quantomeno a livello offensivo) si riveli essere il cecchino Rimas Kourtinaitis (autore di 28 punti), “Il principe del Baltico” mette a referto una doppia-doppia (13 punti e 13 rimbalzi) che si rivelerà determinante ai fini dell’agognata vittoria. In quell’Olimpiade, la Nazionale Sovietica schierava altri superbi giocatori come Alexander Volkov, Sarunas Marciulionis e Valery Tikhonenko. Nella Finalissima della XXIV Olimpiade (30 settembre 1988) l’Urss sconfisse l’altra repubblica socialista oramai scomparsa, la Yugoslavia dei vari Petrovic Divac, per 76-63 con Sabonis che totalizzò 20 punti, secondo offensivamente al solo Marciulonis. Va rilevato inoltre che, a seguito della disonorante sconfitta (agli occhi statunitensi) patita per mano dei rivali sovietici, si decreterà il definitivo ingresso dei professionisti della Nba in competizioni internazionali (il leggendario Dream Team di Barcellona 1992 riscatterà l’onta di 4 anni addietro). Prima del suo approdo nella lega professionistica americana, Il principe del Baltico disputerà dapprima 3 stagioni con la maglia del Forum Valladolid (1989-1992) e le successive 3 sempre in Spagna con la blasonata casacca del Real Madrid (1992-1995), con la quale conquisterà 2 campionati spagnoli (1992-93; 1993-94)  una Copa del Rey (1993) e un’Eurolega (1994-95), ottenendo inoltre il riconoscimento di MVP della Lega iberica dell’ACB per ben due volte, peraltro consecutive (1994 e 1995). Una digressione è doverosa: alle Olimpiadi 1992 di Barcellona un’altra partita è entrata nella storia (non solo cestistica). Nella finalina per la medaglia di bronzo, i Lituani (la Lituania dal 1991, sganciatasi dall’opprimente giogo sovietico, diviene indipendente) sconfiggono a sorpresa la Nazionale Unificata (ovvero l’ex Nazionale Sovietica priva, per l’appunto, di giocatori provenienti da Estonia Lituania e Lettonia), riscattando parzialmente la decennale oppressione sovietica. Anche in quest’occasione, Sabonis contribuisce enormemente alla vittoria con 27 punti e 15 rimbalzi. Debutta nella Nba nella stagione 1995/96 con la franchigia dell’Oregon (con la quale giocherà sino al 2001) facendo registrare ottime cifre: in meno di 24 minuti d’impiego (frenato da un altro infortunio) mette a referto 14.5 punti 8.1 rimbalzi e 1.075 stoppate per gara (verrà meritatamente inserito, alla veneranda età di 31anni, nel primo quintetto All Rookie). Trascorre gli ultimi 2 anni della sua carriera con la squadra che l’ha lanciato nel panorama cestistico mondiale, lo Zalgiris Kaunas (la società lituana, celebrando nel 2014 i suoi 70 anni, ha ritirato la maglia numero 11 di Sabonis, la prima ad avere quest’onore). Nell’Eurolega del 2003-2004, a 40 anni compiuti, viene premiato come miglior giocatore del torneo. Il 27 settembre 2011, durante una partitella con amici, viene colpito da infarto. Ricoverato prontamente in ospedale, viene dichiarato non in pericolo di vita. Il leggendario pivot Bill Walton, riferendosi al prodigio lituano, ebbe a definirlo (asserzione assai condivisibile): “E’ un larry Bird di 2 metri e 20”. Fondamentali sopraffini, tiro eccellente (se si pensa alla sua gigantesca stazza), visione di gioco da playmaker, dominanza vicino a canestro, passatore ineguagliabile. Secondo il modesto giudizio di chi scrive, Sabonis è stato il più grande (al pari del Diavolo di Sebenico, Drazen Petrovic) e sconfinato talento cestistico imprigionato in una stazza imponente! Anche questa volta, un doveroso e riconoscente ringraziamento va a 


Tommaso Ranelletti (@T_RaNeLLeTTi) prezioso e determinante con i suoi suggerimenti e statistiche. #ILoveThisGame #Portrait #RitrattiDiBasket #GreatPlayers #Arvydas #Sabonis #Basketball   Mauro Caporali facebook.com/caporalimauro twitter.com/caporalimauro