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Ritratti di Basket :Dennis Rodman

DENNIS RODMAN

Un ritratto su Dennis Rodman forse potrà sembrare provocatorio in confronto al ritratto di un LeBron, di un Kobe, di un Magic o di un MJ . Fidatevi, non lo è. Tralasciando la venerazione personale che ho per lui ( non dico che vado a dormire con la sua canotta n°91 Bulls, ma poco ci manca ), bisogna volgere l’attenzione non sul Rodman personaggio dalle variegate tinte dei capelli, delle love story con Madonna e Carmen Electra e del wrestling, ma sul Rodman che, prima in maglia Pistons, poi in maglia Bulls passando per quella degli Spurs, Lakers e Mavs, entrava ad ogni allacciata di scarpa nel rettangolo 28x15.
Qui si parla di un Genio di questo sport.
Dennis Keith Rodman nasce il 13 Maggio 1961 a Trenton, New Jersey. E’ un bambino timido, introverso ( almeno all’inizio), che cresce in un ambiente prettamente femminile. Non conosce il padre, un pilota reduce dal Vietnam che abbandona la madre Shirley e le due sorelle ( future stelle liceali; quella davvero brava è Debra, vista giocare anche in Italia, ad Ancona ).
A tre anni si trasferisce a Dallas, nel ghetto di Oak Cliff.
Troppo basso e poco propenso al basket, Dennis al liceo, il South Oak Cliff High School, praticamente non gioca ( al contrario delle sorelle ).  Lascia la scuola, e finisce a fare le pulizie al Fort Worth International Airport di Dallas. Viene arrestato per un furto d’orologi. Rilasciato perché li restituisce tutti:  li aveva regalati ai suoi amici.
A 19 anni una crescita improvvisa in pochi mesi, da 1.74 a 1.97 . E le cose cambiano leggermente.
Viene contattato dal Cooke County Junior College di Gainesville ( non esattamente Duke, Kansas o Michigan ) in Texas, tramite una borsa di studio. Tempo sei mesi e di nuovo a Oak Cliff. Successivamente viene contattato da un certo Jake Hedden, coach di Southeastern Oklahoma State, college di Division I della NAIA( non NCAA ).  Lo cerca perché sa che Dennis con lui vedrà la luce. Avrà clamorosamente ragione. Mostra subito il vizio che, se è per aria, è roba sua.
Partecipa al  prestigioso Portsmouth Invitational Tournament; nessuno degli scout o GM  lo aveva letteralmente mai visto. Sarà ovviamente nominato MVP.
Nel giugno 1986 venne invitato dai Pistons per il loro workout. Lasciò decisamente il segno.
Chiamato al draft dalla stessa Detroit, secondo giro, 27^ scelta assoluta.
Trova l’ambiente ideale. Chuck Daly, l’allenatore, diventa il padre che non ha mai avuto.
I compagni lo apprezzano per il lavoro duro che svolge in campo. Ricorda Isiah Thomas “ I primi anni era un giocatore modello, mai una lamentela, sempre in orario, seguiva le direttive della dirigenza”.  Ha un “difetto”: non gli interessa tirare, sembra quasi offensivo per lui.
( D’altronde stiamo parlando di un giocatore da 7.5 punti di media in carriera, ed un massimo di 11.6 nella stagione ’87-’88 ).
Naturalmente, oltre alla capacità di difensore e rimbalzista, Dennis ha un'altra qualità: la lingua lunga. Nella stagione da rookie, dopo l’eliminazione contro i Celtics in gara 7, se ne uscirà che “Larry Bird è un giocatore sopravvalutato perché bianco!” Arriveranno, sempre a modo suo, comunque le scuse.
Per la prima volta in carriera Rodman viene incluso nel 1989 nel miglior quintetto difensivo NBA, in quanto la partenza di Adrian Dantley in cambio di Mark Aguirre gli permette di trovare più spazio e di essere protagonista nella cavalcata trionfale costruita sul 3-0 ai Celtics, 4-0 ai Bucks, 4-2 sui Bulls per finire con uno sweep ( 4-0 ) in Finale contro i Lakers ( vendetta della stagione precedente, quando Detroit perse 4-3 ). Arriva il suo primo titolo.
Detroit perde Ricky Mahorn ( visto in Italia al Messaggero Roma ), ma nella stagione 1989-1990 Rodman è nominato Difensore dell’Anno. Raggiunge per la terza volta la finale, vincendo 4-1 contro Portland, bissando il titolo dell’anno prima.
Ala piccola titolare, Rodman vince nel 1991 il secondo premio di Difensore dell’Anno NBA.
Ai playoff però Detroit si arrenderà ai Bulls, futuri campioni. ( nella quarta partita della serie, c’è il famoso gesto dei Bad Boys, capitanati da Thomas, di uscire prima dal campo per non salutare gli avversari ).
Nel 1992 vince il primo di sette titoli consecutivi di miglior rimbalzista della Lega, alla media di 18.7 a partita, con un massimo di 34. Nei playoff però Detroit esce al primo turno contro New York. Al termine della stagione Chuck Daily lascia la carica di head coach. Cominciano le prime turbolenze rodmaniane. Alla preseason successiva non si presenta. Rodman si sente solo. Col nuovo allenatore non parla. Ma quello che lo fa cadere nel vuoto è la rottura del rapporto con la moglie Annie. E’ distrutto dalla lontananza di sua figlia Alexis, ma non fa niente per vederla.
Comincia a saltare gli allenamenti. Viene spesso multato e sospeso.
Ma se gioca Detroit ha un bilancio vincente.
In una notte di febbraio del 1993 la polizia riceve una chiamata da un amico di Dennis “ è depresso, è uscito da casa armato”. Lo ritrovano all’alba nel parcheggio dell’arena di Auburn Hills, in macchina addormentato con un fucile carico. Anni dopo, nella sua autobiografia, racconta : “ quella notte ho deciso che invece di uccidermi, avrei ucciso l’impostore che aveva portato Rodman in un posto dove non voleva andare”.
Si apre un nuovo capitolo della sua vita.
Nel 1993 indossa una nuova maglia, quella degli Spurs. Da ala forte chiude con 4.7 punti ma 17.3 rimbalzi di media. E’ ancora il re dei tabelloni. E delle capigliature multicolore, dei tatuaggi e dei piercing. Dopo 55 vittorie in stagione regolare, San Antonio esce al primo turno con Utah.
Nella seconda stagione texana arrivano 62 vittorie, ma i sogni di gloria si infrangeranno in finale di Conference contro Houston, con un Olajuwon immarcabile contro David Robinson.
Rodman dirà “ I San Antonio Spurs potrebbero essere una migliore squadra di basket se David Robinson non scomparisse ogni volta che giocano una partita importante.”
Rodman e gli Spurs non ne possono più gli uni dell’altro: sbatte una borsa del ghiaccio in faccia a coach Bob Hill, viene sospeso per 19 partite per motivi disciplinari. Non si può andare avanti cosi. Va a Chicago, in cambio di Will Perdue. I Bulls, dopo il ritorno di Jordan, hanno bisogno di un ala forte fisica.
Stagione 95/96 : viene inserito nel miglior quintetto difensivo assieme a Jordan e Pippen. E’ storia. I Bulls chiudono col miglior record di sempre, 72-10. Una stagione che Dennis chiuderà a 5.5 punti e 14.9 rimbalzi, vincendo il terzo anello contro i Seattle Supersonics, battuti 4-2 ( per molti, fu lui il vero MVP della Finale ). George Karl dirà “ gara 2 e gara 6 le ha vinte lui”. In effetti in gara 6 pareggia il record per una finale con 11 rimbalzi in attacco, e contribuisce con 5 punti nel parziale di 12-2 che indirizza la partita.
La stagione successiva sarà la più complessa ai Bulls. Il 15 gennaio 1997 scalcia un cameraman a bordo campo, sarà squalificato per 11 gare e costretto a pagargli 200mila dollari. Salterà inoltre 13 partite per problemi al ginocchio. Nella finale contro i Jazz faticherà a contenere “il Postino”, alias Karl Malone. Ma ciò non impedirà ai Bulls di vincere il quinto anello della franchigia. Il quarto per Dennis.
Si riscatta nel 97-98. A 15 rimbalzi di media, arriva il settimo titolo consecutivo di miglior rimbalzista. Remake della finale precedente, stavolta Utah però ha il vantaggio del fattore campo. Rodman stavolta mette la museruola a Malone ( almeno nelle prime quattro gare ). Si arriva a gara 6, col famoso tiro decisivo di MJ.
Nota personale: la partita, rintracciabile facilmente su youtube, credo di averla vista decine di volte. Nulla mi fa cambiare l’idea che, togliendo quella Divinità col numero 23, a tenere in piedi i Bulls sia stato proprio Dennis, sia annullando Malone nel terzo e quarto periodo, sia realizzando un paio di canestri da rimbalzo offensivo di vitale importanza in momenti in cui Jazz potevano prendere un vantaggio consistente, forzando cosi un’insidiosa gara 7 , dove forse Chicago avrebbe issato bandiera bianca. Naturalmente valutazione del tutto personale…
In tutto ciò,  riesce comunque a farsi multare perché, prima di gara 4, lascia la squadra per disputare un match di wrestling con Hulk Hogan. Come lui nessuno mai.
Nel 1998/1999 c’è il lockout, e prima che la stagione riparta, Dennis è rilasciato dai Bulls.
Nuova destinazione: Los Angeles, sugli ancora incompiuti e non vincenti Lakers di Shaq e di un giovane Kobe. La sua esperienza durerà solo 23 partite, di fatto senza incidere.
La carriera NBA si conclude nel 99/00 a Dallas. Giocherà 12 partite prima di essere tagliato. Steve Nash commenterà “ Non ha mai voluto essere un Maverick “
Per tutti “The Worm”, il Verme, per come si contorce, non solo nell’arpionare i rimbalzi ma anche, e soprattutto, per come si dimenava giocando ai flipper.
Obiettivamente si parla di lui come uno dei migliori rimbalzisti ( se non il migliore ) della Lega, ed in fondo i numeri sono li a dimostrarlo : in carriera 12.6 rimbalzi di media a partita, con 7 titoli consecutivi di miglior rimbalzista, dalla stagione  ‘91-‘92 alla ‘97-’98. Ma c’è molto di più: un abnegazione difensiva ed una forza fisica insospettabili, che, nonostante nella seconda parte di carriera abbia incontrato avversari più alti,grossi e talentuosi di lui ( e con la “perdita” di vitalità degli anni a Detroit ), non gli hanno mai impedito di annullare il diretto avversario; un senso dell’anticipo e della posizione che gli permetteva di prendere per primo ogni cosa che fosse per aria; un QI cestistico che a volte cozzava con le sue bravate extra – cestistiche, ma che lo porta ad essere uno dei migliori passatori ( il che non significa necessariamente avere tanti assist di media ) all’interno della sideline triangle di Tex Winter, forse uno dei suoi maggiori estimatori ai tempi dei Bulls del secondo Three-Peat 1996-1998 : ”Sapete perché non prendiamo quasi mai un contropiede? perché Dennis, se non prende direttamente il rimbalzo offensivo, non lasciava possibilità di aprire l’azione con l’outlet, il passaggio d’apertura del contropiede”.
Ecco perché il 04 Aprile 2011 viene introdotto nella  Naismith Memorial Basketball Hall of Fame.( durante il suo discorso tenuto, è apparso molto emozionato; sempre in questo discorso ha affermato di considerare Jackson come un padre e di essere molto grato ai suoi compagni ai tempi dei Bulls, Pippen e Jordan, e di considerarli i due migliori cestisti con cui abbia mai giocato ).
Un riconoscimento per uno dei più grandi, estroversi, vincenti, folli giocatori che abbiano mai  calcato i parquet NBA.
Ci sarebbe tanto altro da scrivere, specialmente dal punto di vista extra – cestistico.
La sua vita equivale a 10 di una persona qualsiasi. Tra le sue “perle” vale la pena ricordare :
- “ Quando parli di razza nella pallacanestro, è tutto semplice: un giocatore nero sa che può    
  andare in campo e prendere a calci in culo un bianco”
- “Guardo a me stesso come una delle tre massime attrazioni della NBA. Se non c'è Shaquille 
  O'Neal e se non c'è Michael Jordan, c'è Dennis Rodman.”
- “ Il 50% della vita nella NBA è sesso. L'altro 50% è denaro.”
- “Faccio il lavoro che nessun altro vuole fare”
Vegetariano, sostenitore della PETA e contrario alle pellicce, Rodman per breve tempo è stato sposato con Carmen Electra, e indossò un abito da sposa all'incontro per la promozione della sua autobiografia Bad as I Wanna Be.
Nota a margine: lo stile di gioco del personaggio dell'anime e manga Slam Dunk Hanamichi Sakuragi è ispirato allo stesso Rodman: questo è facilmente intuibile sia dal carattere in campo sia dal suo modo di prendere i rimbalzi e le palle vaganti. Nella seconda parte del manga Sakuragi adotterà anche la stessa capigliatura di Rodman. Lo stesso Sakuragi, infine, sarà individuabile come il più grande rimbalzista dell'intero manga.
È amico di Kim Jong-un. E come poteva essere, visto il personaggio?