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Ritratti di Basket:Earvin Magic Johnson

Earvin Johnson Jr. nasce il 14 agosto 1959 a Lansing, capitale dello Stato del Michigan (206 cm 99 Kg; ha ricoperto il ruolo di Playmaker, innovandolo radicalmente), quarto di sette figli. Dal padre (operaio metalmeccanico – addetto alla catena di montaggio - presso la casa automobilistica della Oldsmobile) apprese i primi rudimenti cestistici. All’età di 11 anni, alla Cobo Arena di Detroit (ove si disputava una gara della regular season tra Detroit Pistons e i Milwaukee Bucks) ebbe la ventura di incontrare uno dei suoi miti della palla a spicchi, Kareem Abdul-Jabbar (che diverrà suo compagno di squadra nei formidabili Lakers degli anni ’80). Earvin, come narrerà candidamente nella sua biografia, fu vinto talmente dall’emozione  che non riuscì a proferire parola e non riuscì nemmeno a chiedergli l’autografo. Earvin, soprannominato affettuosamente dagli amici EJ o Buck (mentre in famiglia, per distinguerlo sbrigativamente dall’omonimo padre – secondo un’invalsa consuetudine statunitense - era chiamato Junior), per quanto concerne la scelta del Liceo, optò dapprincipio per la Sexton High School (frequentata a maggioranza da ragazzi di colore e poco discosta da casa) ma, a seguito delle politiche d’integrazione scolastica messe in atto negli anni ’70, si vide costretto (forse controvoglia) a scegliere la Everett High School (a maggioranza bianca e con poca tradizione cestistica alle spalle), con la quale giocò dal 1973 al 1977. Nella stagione 1976-77, che si concluse con il sorprendente bilancio di 27 vittorie (a fronte di una sola sconfitta), condusse i suoi compagni alla conquista del campionato statale. Earvin, nella predetta stupefacente stagione, mantenne una media di 28,8 punti e 16,8 rimbalzi per gara! Una digressione è doverosa: nell’anno da sophomore (ovvero al secondo anno) alla Everett High School, dopo aver stordito gli avversari (sbalordendo altresì i già entusiasti spettatori) con una sontuosa tripla doppia (36 punti 18 rimbalzi e 16 assist), gli si accostò Fred Stabley Jr., cronista del “Lansing State Journal” (immagino che per tutta la sua vita sarà ricordato solo per questo e non per la sua onorata carriera giornalistica!), e gli rivolse questa domanda (divenuta ben presto celebre, perché appartiene alla storia del Basket): “credo tu debba avere un soprannome..Che ne pensi se ti chiamo Magic?”. Il ragazzo, ancora quindicenne, assentì (con non poco imbarazzo) e da quel giorno nacque Magic! Completata l’High School, la scelta del College cadde felicemente (incoraggiato dai genitori e dagli amici più stretti) suMichigan State University diEast Lansing, con la quale disputò due memorabili stagioni (dal 1977 al 1979). Nel suo primo anno universitario (1977-78), collezionò 30 presenze mettendo a referto 511 punti (7,9 rimbalzi e 7,6 assist a partita). I suoi Spartans conquistarono la Big Ten Conference (con 25 vittorie e 5 sconfitte), ma non riuscirono a qualificarsi per le agognate Finali NCAA. Nonostante questo apparente insuccesso, Magic venne premiato come miglior Freshman (atleta al suo primo anno universitario o collegiale) della sopracitata Big Ten Conference. Rilevabile è anche il fatto che proprio a Michigan State, grazie alla scelta lungimirante e “visionaria” del suo coach Jud Heatcote (sebbene dapprima, presumiamo, possa essere parsa discutibile), Magic cominciò a giocare playmaker. Nella stagione seguente (1978-79) riuscì a qualificarsi per le Final Four della NCAA, che si disputarono a Salt Lake City. In semifinale contro l’Università della Pennsylvania, Magic disputò una partita irreale, strapazzando pressoché da solo gli avversari (autore dell’ennesima tripla doppia: 29 punti, con uno sbalorditivo 9/10 al tiro da due e 11/12 ai liberi, 10 assist e 10 rimbalzi!). In Finale (anch’essa entrata negli annali del basket) gli Spartans dovettero affrontare Indiana State Sycamores (il 26 marzo 1979), capitanati dal fulgente  astro cestistico rispondente al nome di Larry Bird (già insignito del premio di Miglior giocatore della Stagione). Gli Spartans di Michigan State University conquistarono il Titolo NCAA, anche grazie ad un superbo Magic (autore di 24 punti ed eletto miglior giocatore delle Final). Scelto al Draft NBA del 1979 dai Los Angeles Lakers, disputò la sua prima stagione tra i professionisti da autentico fuoriclasse. Terminò la stagione regolare (77 gare giocate) con la rispettabile media di 18 punti e 7,3 assist di media. I losangelini contesero l’ambito Anello NBA ai Philadelphia 76ers, in una serie entrata anch’essa prepotentemente negli Annali della Pallacanestro mondiale. In Gara 5 s’infortunò gravemente Abdul-Jabbar (sul 3-2 per i suoi). Il 16 maggio 1980 si disputò nella città dell’amore fraterno Gara 6, con il ventenne Magic che (con il sorpreso sbigottimento di tutti) si mise a giocare pivot (per cercare di sopperire alla grave mancanza del suo capitano). Magic disputò forse la sua miglior partita della carriera (come dichiarò più volte), mettendo a referto 42 punti 15 rimbalzi 7 assist e 3 palle rubate. I Lakers conquistarono il Titolo Nba (per di più sul parquet avversario) e Magic fu il primo Rookie della storia ad essere eletto miglior giocatore delle Finali Nba. Dopo una luminosa carriera costellata di innumerevoli successi individuali e di squadra (il presente Ritratto – così come i successivi – , si propone soltanto di tracciare succintamente (non pretendendo affatto l’esaustività!) un profilo biografico e tecnico del giocatore, riportando aneddoti qualche curiosità statistica, talune partite memorabili; l’intento di chi scrive è di stimolare la curiosità degli appassionati al fine di ricercare e approfondire autonomamente ciò che più interessa), il 7 novembre 1991 Magic, in una straziante conferenza stampa, annunciò pubblicamente di aver contratto l’HIV. Al sottoscritto – lo confesso candidamente – scese qualche lacrimuccia al vedere uno dei suoi eroi (con quel sorriso sempre raggiante e solare stampato sul viso) interrompere forzatamente la carriera (e con il connesso lancinante timore di una sua rapida dipartita, fortunatamente scongiurata!). Il 9 febbraio 1992, disputando una partita sublime (25 punti 9 assist e 5 rimbalzi in appena 29 minuti d’impiego), fu nominato miglior giocatore dell’All-Star Game di Orlando. Sempre nel 1992 fu incluso nel (original) Dream Team che prese parte alle Olimpiadi di Barcellona (assieme a Jordan, Bird, Pippen, Ewing, Barkley e altre stelle). Ringrazio, per la preziosa e fattiva collaborazione (in materia di curiosità statistiche e aneddoti) Tommaso Ranelletti (@T_RaNeLLeTTi). #ILoveThisGame #Portrait #GreatPlayers #Basketball #RitrattiDiBasket